Audiografie, trascrizioni di suoni
Opere d'arte che sposano l'innovazione per rendere visibili i suoni e preservarne la memoria
Le audiografie sono trascrizioni di suoni. Dal 1995 sono alla ricerca di un nuovo modo di rappresentare i suoni del mondo, di renderli visibili. Soprattutto quelli apparentemente più insignificanti, o quelli che rappresentano una realtà che nessuno pensa possa esistere, ma che invece c'è, solo che non ce ne accorgiamo. Pensate al suono di un'albero, o di un insetto, della mia caffettiera al mattino, del motore della mia auto, del vento, o ancora le voci umane, e dunque il canto, la musica.
La mia domanda è stata: ma come fare per rappresentare i suoni in una forma leggibile, ma allo stesso tempo quanto più possibile fedele al reale? Il pentagramma non poteva aiutarmi, non era abbastanza preciso. Così ho iniziato a rompere gli schemi classici per cercare una strada e ho iniziato a studiare e comporre musica cercando di scrivere le esecuzioni, inventando linguaggi nuovi e sperimentandomi con collaborazioni anche in Accademia di Belle Arti.
Dopo anni di ricerche, buchi nell'acqua, ripensamenti e frustrazioni, la mia ricerca è sfociata in un brevetto di invenzione industriale depositato nel 2018: un metodo per trascrivere sequenze di suoni in forma testuale con una approssimazione massima delle durate di 7 millesimi di secondo. In pratica vere e proprie fotografie audio di un preciso e irripetibile momento storico.
Da quel momento tutto ciò che sembrava non visibile ha preso forma, può essere studiato e letto. Per non parlare delle esecuzioni musicali, istantanee filologiche finora solo ascoltabili, e finalmente visibili e leggibili.
Vi auguro di trovare un po' di voi stessi nelle mie opere, un po' del vostro mondo interiore, e vi chiedo di portare con voi un po' della mia anima. Perché l'arte unisce l'umanità in maniera indissolubile.
Glauco Leo